Poco a nord di Pordenone, ai piedi delle Dolomiti Friulane, si trovano i Magredi, toponomastico di chiara origine celtica che indica una vasta pianura arida, posta ai piedi delle Dolomiti Friulane e originata dalle alluvioni conseguenti le glaciazioni. Si è formato così un materasso alluvionale sotto cui scorrono le acque dei 3 fiumi (Cellina, Meduna e Colvera), che riaffiorano poco a sud di Vivaro dando origine all’area delle risorgive.
Il Parco Naturale dei Magredi è un ampia prateria, Zona di Protezione Speciale per l’avifauna situata, alla confluenza dei fiumi-torrenti Cellina, Meduna e Colvera che con il Tagliamento e la Livenza costituiscono il sistema fluviale delle valli Pordenonesi. Parte del territorio è composto da ampi prati vergini su cui galoppare “ a briglie sciolte”. Il resto è il terreno ideale per la coltivazione di frutta e viti che danno origine ai famosi “Vini dei Magredi”.
Come si rileva dalle mappe satellitari, la confluenza di questi fiumi disegna nel territorio una grande Y bianca che staglia netta nel mare verde delle praterie selvagge. I Magredi, (il cui nome forse è un’abbreviazione di “Magus Ritus”-la terra dei guadi) è un Parco naturale di circa 300 chilometri quadrati ornato di una vegetazione simile per molti aspetti alla steppa russa e alla puszta ungherese, che presenta un insieme di rarità botaniche quali la Crambe Tataria, una crucifera che fiorisce da noi e in alcune aree attorno al Balaton (Ungheria).
Il paesaggio si presenta povero d’alberi, prevalentemente caratterizzato da estese ed integre praterie nei dintorni di Maniago, Arba, Tesis, Basaldella, Vivaro, San Quirino e Cordenons.
E’ nei Magredi di Vivaro che ancora oggi si può assaporare il senso della grandiosità e del silenzio. Proprio qui, camminando tra spazi aperti e profumi della natura, si ha l’impressione che il tempo si sia fermato. Lo sguardo si allunga verso i monti lontani a Nord e la bassa pianura a Sud, che si perde silenziosa nella foschia dell’orizzonte. Guardandosi intorno non si trovano ostacoli, gli alberi bassi lasciano proseguire lo sguardo, non si sentono rumori, pare che tutto intorno sia immobile.
Un luogo incantato
Veniamo rapiti da un profondo senso di libertà, da un desiderio di meditazione. In primavera, la prateria grigia e marrone lascia il posto ad un risveglio di colori che si esprime in macchie gialle, rosa, bianche e azzurre: un tappeto di sfumature e profumi che invita a stendersi e prendere parte a questo spettacolo della natura.